“Tutelare e gestire i beni della Chiesa alla luce della missione evangelizzatrice, con un’attenzione particolare ai bisognosi”. È questo, secondo il card. Angelo De Donatis, vicario del Papa per la diocesi di Roma, il delicato compito, da svolgere con “la professionalità più raffinata”, affidato agli economi e ai responsabili degli uffici amministrativi, chiamati ad essere “servi dei disegni della Provvidenza, esperti esecutori dei progetti di carità che dalla relazione con Dio attingono la visione profetica dell’economia diocesana”. “Se applichiamo la logica del pareggio di bilancio alle diocesi il cui business sono le parrocchie, dovremmo chiuderle e metterle a reddito”, ha osservato il card. De Donatis sottolineando però che “il nostro punto di pareggio è la carità”. “Le parrocchie, gli ospedali e le scuole cattoliche possono perdere denaro, ma essere in positivo nell’economia della salvezza”, ha rilevato il vicario del Papa per la diocesi di Roma nell’omelia della messa celebrata per i partecipanti al Convegno nazionale degli economi e dei responsabili degli uffici amministrativi. A loro il card. De Donatis ha chiesto di “gestire le diocesi come se fossero delle famiglie, in una relazione di scambio e di dono”, di “non confidare nella ricchezza”, e di seguire l’esempio di tre economi citati dalla Bibbia: Noè, Giuseppe “che non si approfitta dei suoi privilegi e insegna ad amministrare guardando dal basso, dai poveri” e il servo fedele descritto nel Vangelo di Luca. “Noi vescovi – ha concluso – abbiamo sogni che spesso non sappiamo come realizzare e paure da cui essere liberati: necessitiamo di collaboratori che ci consiglino con prudenza e generosità”.